La definizione del terzo inferiore del volto
Con il contributo della Dott.ssa Maria Morena Mariani
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Invecchiamento cutaneo: le cause
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Come cambiano le caratteristiche del viso nel tempo
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Gli effetti del tempo sulla definizione del terzo inferiore del volto
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L’idrossiapatite di calcio per restituire linee e volumi al volto
I primi segni dell’invecchiamento cutaneo sono senza dubbio le rughe d’espressione. Con il passare del tempo poi, le rughe si accentuano e ne compaiono altre, mentre nello stesso tempo la pelle cambia. Il tessuto cutaneo perde gradualmente compattezza ed elasticità, e tende a cadere verso il basso. La lassità cutanea porta ad una perdita di definizione delle linee del volto, in particolare di quelle della zona del terzo inferiore.
Il terzo inferiore del volto è la parte più bassa del viso e comprende il labbro inferiore, il mento, il profilo mandibolare ed il collo. Quando la pelle perde tonicità e scivola gradualmente verso il basso, è proprio a livello del terzo inferiore del volto che si manifestano i cambiamenti più evidenti. Rughe cosiddette “della marionetta”, smussamento della linea mandibolare, “doppio mento”, sono questi i principali segni dell’invecchiamento nella zona del terzo inferiore del volto.
Questi inestetismi non sono semplici da trattare, tuttavia negli ultimi anni la medicina estetica ha messo a punto tecniche e formulazioni sempre più innovative e sempre meno invasive.
Certo, è importante prima di tutto la prevenzione. La medicina estetica aiuta ad attenuare o eliminare i segni dell’invecchiamento, ma bisogna cercare il più possibile di mantenere una buona base di partenza. Per questo è molto importante prendersi cura della propria pelle: più si riesce a mantenere una buona qualità del tessuto, e più si otterranno buoni risultati con trattamenti di medicina estetica non invasiva o mini invasiva.
Per mantenere una buona qualità del tessuto cutaneo sono indispensabili alimentazione sana e corretta skin care quotidiana. I cibi amici della pelle sono senza dubbio frutta e verdura di stagione, ricche di vitamine ed antiossidanti. La vitamina C, ad esempio, è indispensabile per la sintesi di nuovo collagene, proteina del derma con un ruolo chiave nel processo di invecchiamento cutaneo. Gli antiossidanti contrastano invece l’azione dei radicali liberi, molecole considerate tra le principali responsabili dell’invecchiamento cellulare.
Nella skin care quotidiana non bisogna invece mai dimenticare la detersione: la pulizia della pelle è indispensabile per eliminare sporcizia, impurità ed eccesso di sebo che sono la causa della dilatazione dei pori, che creano degli inestetismi sulla texture cutanea. Per lo stesso motivo è utile applicare dopo la detersione un tonico astringente.
Ultimo ma non per importanza, per mantenere una buona qualità della pelle e prevenirne l’invecchiamento è importante mantenere uno stile di vita sano e proteggere adeguatamente la pelle da potenziali fattori di stress come ad esempio le radiazioni UVA e UVB dei raggi solari.
Invecchiamento cutaneo: le cause
Le cause dell’invecchiamento cutaneo fanno capo a due diversi processi: il cronoaging e il fotoaging.
Il crono aging comprende tutte quelle cause biologiche, ossia tutti quei cambiamenti che avvengono in alcuni processi metabolici del nostro organismo a causa semplicemente degli anni che passano. Una molecola chiave nel crono aging è il collagene. Proteina fibrosa prodotta dai fibroblasti del derma, forma insieme all’elastina una rete solida e stabile la quale permette all’epidermide di mantenere caratteristiche quali elasticità e compattezza. Il derma è il tessuto connettivo dell’epidermide, la cui principale funzione è proprio quella di sostegno.
Intorno ai 25-28 anni di età i fibroblasti iniziano a rallentare la produzione di collagene, il che porta nel tempo a non avere più molecole nuove a sufficienza per sopperire alla degradazione di quelle vecchie. La rete perde efficienza e la pelle perde tonicità ed elasticità. La perdita di elasticità porta inevitabilmente alla comparsa delle rughe, in particolare si fissano e si accentuano le rughe di espressione. Oltre alle rughe, la perdita di tonicità porta la pelle a cadere verso il basso, determinando una perdita della definizione delle linee del volto e la comparsa di rughe caratteristiche.
Nel terzo inferiore del volto lassità cutanea e perdita di elasticità portano alla comparsa delle cosiddette “rughe della marionetta”, che si formano verticalmente tra il naso e le labbra, e ricordano un po’ proprio quel sorriso malinconico dei burattini. Le rughe della marionetta invecchiano il volto e intristiscono l’espressione. La lassità cutanea porta, sempre nel terzo inferiore del volto, ad una perdita della definizione della linea mandibolare, nonché alla formazione di rugosità su collo e décolleté. Spesso, si assiste anche alla formazione del cosiddetto “doppio mento”.
Il fotoaging è l’invecchiamento determinato prevalentemente dalle radiazioni UVA e UVB dei raggi solari. Queste incrementano nell’organismo la produzione di radicali liberi, i quali invecchiano la pelle anche perché causano una più veloce degradazione dell’acido ialuronico, un disaccaride che legando molecole di acqua mantiene volumi ed idratazione profonda.
Come cambiano le caratteristiche del viso nel tempo
Il cronoaging e il fotoaging cambiano nel tempo le caratteristiche del viso. Quando la pelle è giovane, tonica ed elastica il viso ha una forma a triangolo rovesciato. Definito proprio il “triangolo della giovinezza”, le caratteristiche di un viso giovane sono pelle tonica ed elastica, texture liscia ed omogenea, che a loro volta si traducono in zigomi sodi e alti, sguardo aperto e luminoso, linea mandibolare e mentoniera perfettamente definite.
Quando la pelle invecchia, il triangolo rovesciato diventa un triangolo dritto, quindi la base si allarga. L’idea del triangolo descrive benissimo quello che avviene nel volto con l’invecchiamento cutaneo. Gli zigomi si “allargano” o meglio perdono tonicità e scivolano verso il basso insieme al resto del tessuto per effetto della forza di gravità. Le linee del volto perdono definizione e la parte del terzo inferiore è quella maggiormente interessata.
Gli effetti del tempo sulla definizione del terzo inferiore del volto
Quello che accade nel terzo inferiore del volto è prevalentemente una perdita della definizione della linea mandibolare e di quella sottomentoniera. La “caduta” del tessuto cutaneo verso il basso per effetto della forza di gravità porta spesso alla formazione del cosiddetto “doppio mento” caratterizzato da una porzione di pelle in eccesso proprio nella regione sottomentoniera.
La perdita di elasticità del tessuto cutaneo può portare inoltre alla formazione delle rughe, sia a livello naso labiale (“rughe della marionetta”) e sia su collo e décolleté.
L’idrossiapatite di calcio per restituire linee e volumi al volto
Una molecola altamente innovativa utilizzata in trattamenti iniettivi di medicina estetica è l’idrossiapatite di calcio. Formulata sotto forma di microsfere, l’idrossiapatite di calcio fornisce uno stimolo meccanico ai fibroblasti a produrre nuove molecole di collagene. La molecola è biocompatibile e riassorbibile da parte dell’organismo, perché naturalmente presente anche nelle ossa e nei denti.
I Centri Medici di Eccellenza Radiesse propongono un trattamento con microsfere di idrossiapatite di calcio immerse in una matrice gelatinosa di carbossimetilcellulosa. Il risultato che si ottiene è un immediato effetto riempimento, dato proprio da quest’ultima (la quale aiuta anche a stabilizzare il prodotto) e un ringiovanimento della pelle che migliora nel tempo grazie all’incremento della produzione di collagene.
L’idrossiapatite di calcio è particolarmente efficace sul terzo inferiore del volto in quanto aiuta ad armonizzare l’ovale del volto, ripristinare i volumi di zigomi, guance e tempie, distendere le rughe naso-labiali e della marionetta, ridefinire la linea mandibolare e caratterizzare il mento.
La Dott.ssa Maria Morena Mariani, Centro Medico di Eccellenza Radiesse, sottolinea che “l’idrossiapatite di calcio è una molecola adatta soprattutto in visi che hanno una forma ovale perché non è igroscopica per cui mancando il richiamo d’acqua, proprio invece dell’acido ialuronico, il volto non viene appesantito. Anzi grazie alla neocollagenesi che si verifica nei 21/28 giorni successivi all’infiltrazione, il viso avrà un effetto più liftato”.
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