Biostimolazione e bioristrutturazione della pelle pre-inverno

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Con il contributo del Dott. Alberto Rossi Todde

L’autunno è una stagione delicata per la pelle, che deve prepararsi all’inverno, quando le basse temperature possono provocare alterazioni della cute come accade in estate con il sole.
Sappiamo tutti che il sole “invecchia la pelle”, perché è da quando eravamo bambini che ci raccomandano di stare all’ombra nelle ore più calde e di applicare la crema solare con un fattore di protezione preferibilmente alto, anche se abbiamo la carnagione scura. 
Poco sappiamo invece di quello che succede al nostro tessuto cutaneo con il freddo. Eppure, in inverno, la sera sentiamo la pelle secca, la vediamo magari arrossata o screpolata. Questo ci fa capire che anche le basse temperature sono un fattore di stress per la pelle.

L’invecchiamento cutaneo è determinato principalmente da due processi, noti con i termini di cronoaging e fotoagingIl fotoaging o fotoinvecchiamento è causato proprio dall’esposizione cronica al sole. I raggi UVA e UVB che compongono la radiazione solare incrementano nell’organismo la produzione di molecole chiamate radicali liberi. Quando queste molecole si accumulano possono aumentare la degradazione dell’acido ialuronico, disaccaride importante per il mantenimento dei volumi e dell’idratazione profonda della pelle, nonché danneggiare le fibre collagene ed elastina, proteine del derma principali componenti della struttura del tessuto cutaneo.

A questo si aggiungono poi i danni provocati dal cronoaging, quel processo di invecchiamento cutaneo legato agli anni che passano. Il collagene è prodotto dai fibroblasti del derma ma con il tempo queste cellule ne producono sempre meno, e così si arriva ad un momento nel quale il collagene neosintetizzato non è sufficiente a rimpiazzare le vecchie molecole, le quali vengono degradate.

Il collagene nel derma forma insieme all’elastina una struttura solida e stabile che funge da sostegno per l’epidermide. A causa della deplezione delle riserve, andando avanti con l’età questa struttura è sempre meno efficiente, e di conseguenza la pelle perde compattezza ed elasticità, lasciando spazio alla comparsa di rughe e lassità cutanea.

Per questo motivo preparare la pelle alla stagione invernale è sempre importante, ma lo è ancora di più dopo i 35 anni, età nella quale gli effetti del fotoaging e del cronoaging iniziano ad essere più evidenti. La pelle va curata dall’interno, attraverso un’alimentazione ricca di vitamine e di antiossidanti per contrastare i radicali liberi, e dall’esterno, attraverso una corretta protezione ed una skin care quotidiana accurata.

Anche la medicina estetica ci viene incontro, attraverso dei trattamenti mini invasivi di biostimolazione, i quali agiscono stimolando la produzione di collagene e quindi favorendo una bioristrutturazione del tessuto cutaneo.

I danni del freddo sulla pelle

L’effetto più visibile del freddo sulla pelle lo vediamo quando passiamo dall’ambiente esterno ad un ambiente riscaldato. Quando ad esempio passeggiamo e poi decidiamo di entrare all’interno di un locale, quello che sentiamo immediatamente è una sensazione di caldo sulle guance. Se ci guardiamo allo specchio in quel momento, noteremo che il nostro viso è arrossato.

Cosa succede? La basse temperature provocano un restringimento dei vasi capillari. Passando in modo repentino da un ambiente freddo a uno caldo i capillari si dilatano improvvisamente, e al volto affluisce una maggiore quantità di sangue. Di conseguenza, le guance si arrossano. 

Il restringimento dei capillari provoca diversi effetti:

  • Alla pelle arrivano meno sangue, ossigeno e nutrienti: questo porta ad un rallentamento dei processi metabolici, compresi quelli implicati nella produzione di collagene e di elastina;
  • Lo sbalzo termico ed il repentino afflusso di sangue ai capillari può portare nel tempo ad una perdita di elasticità degli stessi, favorendo l’instaurarsi di condizioni come la couperose.

Il freddo è responsabile però anche di un altro problema. L’epidermide, lo strato più esterno della pelle, è coperta da uno strato di grasso e acqua chiamato film idrolipidico superficiale. Questo strato è normalmente integro ed ha una duplice funzione: protegge gli strati sottostanti dall’aggressione degli agenti esterni e permette di mantenere l’idratazione superficiale della pelle. Le basse temperature e gli sbalzi termici danneggiano la continuità del film idrolipidico superficiale, favorendo disidratazione e secchezza della pelle.

La corretta skin care della pelle in preparazione all’inverno

In autunno nella skin care quotidiana non deve mancare lo scrub: se normalmente lo facciamo una volta alla settimana, nella stagione autunnale è utile farlo ogni due o tre giorni. Uno scrub delicato, ma efficiente: l’effetto esfoliante aiuta ad eliminare lo strato più esterno di cellule morte stimolando il rinnovamento del tessuto. 

Allo scrub deve essere affiancata una corretta idratazione: creme idratanti e nutrienti, una specifica per il giorno e una per la notte, da scegliere in base al proprio tipo di pelle e alla propria età.

La crema giorno può avere una texture più leggera, ma sarebbe opportuno avesse uno schermo per i raggi di tipo UVA, i quali sono presenti anche in inverno, riescono ad attraversare le nuvole e penetrano in profondità incrementando la produzione dei radicali liberi.

La crema notte può avere invece una texture più grassa e più nutriente. Andando avanti con l’età si può aggiungere un fattore antiage: per le pelli più giovani vanno bene degli antiossidanti, per le pelli più adulte una più specifica azione ristrutturante e antirughe.

Trattamenti di biostimolazione e bioristrutturazione pre-inverno

In medicina estetica sono stati messi a punto dei trattamenti mini invasivi pensati anche per ristrutturare la pelle e renderla più resistente ai fattori stressogeni della stagione fredda. Parliamo di trattamenti ad azione biostimolante: si utilizzano infatti sostanze, biocompatibili e riassorbibili, in grado di stimolare il naturale processo di produzione del collagene

Una delle molecole più innovative e promettenti è l’idrossiapatite di calcio: formulata sotto forma di microsfere, fornisce uno stimolo per produrre nuovo collagene, e quindi ripristinare quelle riserve che vengono perse a causa dell’azione del fotoaging e del cronoaging. Le microsfere sono poi immerse in una matrice gelatinosa che veicola le microsfere e favorisce il riempimento del tessuto. Il risultato è una bioristrutturazione che è evidente sin da subito e che migliora nelle settimane successive, mano a mano che l’organismo produce nuovo collagene.

La cura periodica della cute crea una rivitalizzazione con uniformità del colore cutaneo di base e della comparsa delle microrughe. Eseguire questi trattamenti evita la progressiva decadenza della pelle. 

 

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