Medicina estetica anti age: la stimolazione del collagene

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Con il contributo del Dott. Alessandro Dalla Vedova

Il collagene è una proteina che ha un ruolo chiave nella medicina estetica anti age. Ripristinando le riserve di collagene del derma è possibile ottenere un netto miglioramento della qualità della pelle e degli inestetismi dell’invecchiamento.

Nel campo della medicina estetica anti age sono sempre più utilizzati i trattamenti che hanno come obiettivo quello di stimolare la produzione del collagene. Il collagene: ne abbiamo sentito parlare spesso, lo troviamo nella formulazione di molte creme viso, e ultimamente anche sotto forma di integratori alimentari. In entrambi i casi sappiamo che aiuta ad eliminare le rughe e a migliorare l’aspetto della pelle. In effetti il collagene è una proteina con un ruolo molto importante nella medicina estetica anti age. Per capirlo meglio, cerchiamo di descrivere in modo molto semplice la struttura biologica del nostro tessuto cutaneo.

La pelle è composta da tre strati. Abbiamo l’epidermide, lo strato più esterno con funzione prevalente di protezione. Il suo compito è proprio quello di preservare gli strati più interni dall’aggressione degli agenti esterni. Questo è possibile grazie anche alla presenza in superficie di uno strato composto da grasso e acqua, chiamato film idrolipidico superficiale, il quale ha anche il compito di mantenere il corretto stato di idratazione superficiale.

Più internamente all’epidermide troviamo il derma, un tessuto connettivo la cui funzione principale è il sostegno. Nel derma troviamo il collagene, ed è proprio in questo strato intermedio che troviamo la maggior parte dei processi biologici legati all’invecchiamento cutaneo.

Lo strato più profondo della pelle è l’ipoderma, chiamato anche più semplicemente tessuto sottocutaneo. Qui troviamo il muscolo scheletrico insieme ad uno strato adiposo, il pannicolo adiposo sottocutaneo. Mentre i muscoli contribuiscono al tono della pelle, il tessuto adiposo fa un po’ da cuscinetto, ammortizzando gli stress meccanici e contribuendo a mantenere lo spessore del tessuto.

Torniamo adesso un attimo al collagene. Prodotto dai fibroblasti, cellule specializzate del derma, il collagene è una proteina fibrosa che nel derma forma una rete solida e stabile con l’elastina, altra proteina sempre di tipo fibroso. Questa rete funge da vero e proprio scheletro di sostegno per l’epidermide, e quando efficiente contribuisce a mantenere la pelle compatta ed elastica. Con il passare del tempo la produzione di collagene da parte dei fibroblasti rallenta, e questo porta inevitabilmente ad una progressiva perdita di elasticità e tono della pelle, con conseguente formazione di rughe e di lassità cutanee. 

La stimolazione del collagene è quindi l’ultima frontiera della medicina anti age. Sono stati studiati e messi a punto trattamenti di tipo biostimolante, i quali permettono di migliorare l’aspetto della pelle in modo naturale stimolando la produzione di nuovo collagene.

Le diverse cause dell’invecchiamento cutaneo

Le cause dell’invecchiamento cutaneo fanno capo principalmente a due processi: cronoaging e fotoaging. Il cronoaging è l’invecchiamento biologico, quindi quello legato alla diminuzione della sintesi di collagene da parte dei fibroblasti, processo che comincia già intorno ai 25 anni di età. Ovvio che i risultati si vedono più tardi: a 25 anni la pelle è ancora liscia, compatta ed elastica. Intorno ai 30 iniziano poi in genere a comparire le prime rughe di espressione, mentre intorno ai 40 si inizia a vedere anche la lassità cutanea, ossia il cedimento della pelle verso il basso.

Il fotoaging è invece l’invecchiamento legato soprattutto all’esposizione cronica al sole. Sappiamo che il sole invecchia la pelle, per cui applichiamo sempre una crema protettiva adeguata al nostro tipo di pelle. O meglio (siamo sinceri!) chi ha un fototipo di pelle chiara applica la crema da sempre, chi invece ha un fototipo più scuro, e quindi difficilmente va incontro ad eritemi o scottature, inizia ad applicarla proprio quando inizia a percepire la formazione delle prime rughe.

Ovviamente la pelle andrebbe protetta sempre, perché gli UVA e gli UVB che compongono i raggi solari hanno lo stesso effetto su tutti i tipi di pelle. Chi possiede un fototipo scuro è di certo più protetto per cui potrà permettersi una crema con SPF più basso, ma deve pur sempre applicarla. L’esposizione cronica al sole incrementa nell’organismo la produzione di molecole note con il nome di radicali liberi. Queste molecole sono chimicamente molto reattive, e causano l’invecchiamento perché possono danneggiare le fibre collagene esistenti e favoriscono la degradazione dell’acido ialuronico, uno zucchero che legandosi all’acqua permette il mantenimento dei volumi e dell’idratazione profonda della pelle.

Anche le basse temperature però possono danneggiare la pelle. In inverno infatti si assiste ad una perdita di continuità del film idrolipidico superficiale, con una conseguente perdita di idratazione e maggiore secchezza della pelle, che appare infatti più screpolata e meno luminosa.

I segni dell’invecchiamento sul viso

Il viso è la parte del corpo più sensibile ai processi di invecchiamento, perché è anche la parte più esposta all’azione degli agenti atmosferici. I primi segni che compaiono sono le cosiddette rughe di espressione, inestetismi che possiamo vedere già intorno ai 30 anni. Le rughe di espressione sono il risultato del movimento dei muscoli mimici del volto: quando la pelle è giovane ed elastica queste rughe si formano quando ridiamo o quando magari corrughiamo la fronte, ma scompaiono non appena il muscolo si distende. Con il passare del tempo la pelle perde progressivamente elasticità a causa della deplezione delle riserve di collagene, e come conseguenza queste rughe tendono a fissarsi. Nel tempo esse tenderanno naturalmente ad accentuarsi, in particolare se non curiamo adeguatamente la nostra pelle.

Un altro segno dell’invecchiamento cutaneo è il cedimento della pelle verso il basso. Si inizia dalla fronte e poi dagli zigomi, che trascinano con loro le guance. Il viso passa da una forma di triangolo rovesciato, caratterizzato da zigomi alti e linea mandibolare ben definita, alla forma di triangolo dritto, con un aspetto più cadente e perdita di definizione dell’ovale.

Con la lassità cutanea tendono a formarsi le cosiddette rughe gravitazionali, dovute proprio alla pelle che scivola verso il basso per effetto anche della forza di gravità. Queste rughe caratterizzano le pelli più adulte e compaiono in genere dopo i 45 anni.

Trattamento anti age a base di idrossiapatite di calcio per stimolare il collagene

I trattamenti anti age di ultima generazione sono formulati con l’obiettivo di stimolare la produzione di collagene da parte dei fibroblasti del derma, in modo tale da rispristinare le naturali riserve che diminuiscono con l’età.

Una delle molecole più efficaci è l’idrossiapatite di calcio. Formulata sotto forma di microsfere immerse in una matrice di carbossimetilcellulosa, fornisce uno stimolo meccanico ai fibroblasti per stimolare la produzione di nuovo collagene. La matrice di carbossimetilcellulosa aiuta invece a ripristinare i volumi con l’effetto di un classico filler. I primi risultati sono quindi visibili già dopo la seduta ma migliorano sempre di più con il tempo, mano a mano che nel derma viene prodotto nuovo collagene.

Il trattamento a base di idrossiapatite di calcio può essere eseguito con protocolli diversi in base al risultato che si vuole ottenere. Si può infatti utilizzare come biorivitalizzante, per migliorare la qualità della pelle, oppure come filler vero e proprio per ottenere un risultato più strutturato in termini di ringiovanimento del volto e ripristino delle linee e dei volumi dello stesso.

Se utilizzato come biorivitalizzante il trattamento si ripete in genere ogni 3 mesi, mentre se viene eseguito un filler si ripete più o meno ogni 8-12 mesi.

A chi è rivolto il trattamento e quali sono gli effetti post-seduta 

Il trattamento iniettivo a base di idrossiapatite di calcio è molto versatile, per cui la fascia di età alla quale può essere rivolto è la più svariata. Come filler “strutturale” è rivolto senz’altro alle donne più adulte: potremmo indicare come fascia di età dai 45-50 anni in poi. In questo caso il trattamento viene eseguito per risollevare la cute e rispristinare le linee e i volumi naturalmente persi con l’età.

Il trattamento può essere eseguito anche in maniera più “soft”, come un biorivitalizzante: in questo caso ci si rivolge a una fascia di età più giovane, che potremmo identificare in quella che va dai 30 ai 45 anni. 

Il trattamento non è doloroso e gli effetti posto trattamento sono praticamente nulli, a parte un rossore nel punto delle microiniezioni che può essere considerato assolutamente normale.

 

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