Proteggere la bellezza della pelle dal fotoaging
Proteggere la pelle in estate è importante per prevenire e controllare i danni da fotoaging, l’invecchiamento legato all’esposizione al sole.
Con il contributo del Dott. Gianluca Russo
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Invecchiamento da fotoaging: l’azione dei radicali liberi in eccesso
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Come proteggere la bellezza della pelle dal fotoaging
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L’idrossiapatite di calcio nel migliorare i segni del fotoaging
La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo e svolge una serie di funzioni importanti, tra le quali ad esempio la protezione dagli agenti esterni, la termoregolazione e la percezione sensoriale. Quasi sempre però parliamo del tessuto cutaneo solo dal punto di vista estetico: quello che ci interessa infatti è mantenere la bellezza della pelle. Già, perché la pelle è l’organo più esteso del nostro corpo ma è anche quello più esposto e quindi più suscettibile a danni da parte di fattori di stress esterni. Uno di questi, è senz’altro il sole, o più precisamente le radiazioni ultraviolette di tipo A e B che compongono quella parte di raggi solari che attraversa l’atmosfera e che arriva sulla nostra pelle.
Da una parte, i raggi solari contribuiscono alla bellezza della pelle. Se così non fosse, le spiagge in estate sarebbero vuote! E invece siamo tutti lì a regalarci una bella abbronzatura, quel colorito dorato ed omogeneo che fa apparire la nostra pelle più luminosa e radiosa. D’altra parte però, sappiamo da sempre che il sole contribuisce ad invecchiare la pelle, proprio perché accelera il processo di fotoaging, l’invecchiamento cutaneo la cui causa principale sta nell’esposizione cronica ai raggi solari.
Da qui verrebbe spontaneo pensare che, per mantenere salute e bellezza della pelle, sarebbe preferibile non esporsi al sole, ma questo non è corretto perché il nostro organismo ottiene anche tanti benefici dalla luce solare. L’esposizione al sole stimola ad esempio la produzione di vitamina D, sostanza molto importante per rinforzare il sistema immunitario e per fissare il calcio nelle ossa. La luce solare inoltre migliora il tono dell’umore perché promuove la produzione di serotonina, neurotrasmettitore che aiuta anche a calmare ansia e stress.
Quello che dobbiamo fare per controllare i danni da fotoaging è esporci al sole in maniera consapevole e responsabile, ed allo stesso tempo non trascurare mai la cura quotidiana della pelle. Anche la medicina estetica ci può aiutare, attraverso dei trattamenti di biostimolazione che promuovono la produzione di collagene e di elastina, migliorando la qualità della nostra pelle.
Invecchiamento da fotoaging: l’azione dei radicali liberi in eccesso
La luce solare è composta da tre tipologie di radiazioni ultraviolette: UVA, UVB, e UVC. Le ultime non riescono ad attraversare l’atmosfera e quindi ad arrivare sulla terra, mentre le altre due sono quelle che raggiungono il nostro tessuto cutaneo.
I raggi UVA sono presenti sia in estate e sia in inverno e sono capaci di attraversare barriere come ad esempio le nuvole, oppure il vetro di un finestrino. Raggiungono quindi sempre la nostra pelle, ed hanno un elevato potere penetrante. Sono infatti considerate le principali responsabili dell’invecchiamento e della comparsa di rughe, perdita di elasticità e macchie cutanee.
I raggi UVB sono invece presenti solo nella stagione calda, e colpiscono lo strato più esterno della pelle. Sono responsabili principalmente di eritemi e scottature.
Sia gli UVA e sia gli UVB incrementano nell’organismo la produzione di molecole chiamate radicali liberi, i quali quando si accumulano in eccesso possono portare a danni al DNA cellulare. Parlando invece più specificatamente di fotoaging, vediamo che i radicali liberi in eccesso possono danneggiare collagene ed elastina, e allo stesso tempo accelerare la degradazione dell’acido ialuronico, promuovendo quindi il processo di invecchiamento cutaneo.
Il collagene, l’elastina e l’acido ialuronico sono i tre componenti principali della pelle, e si trovano tutti nel derma, lo strato intermedio del tessuto cutaneo. Il collagene e l’elastina sono due proteine fibrose che formano una rete di sostegno per l’epidermide, mentre l’acido ialuronico assorbe moltissime molecole di acqua formando una matrice gelatinosa che permette di mantenere il turgore dell’epidermide ed i volumi delle diverse aree del viso e del corpo.
Con il passare del tempo nel nostro organismo queste sostanze vengono prodotte sempre meno, e questa è per l’appunto la causa principale del cronoaging, ossia il processo di invecchiamento dovuto agli anni che passano. Se però ci troviamo anche in presenza di radicali liberi in eccesso, vediamo che il processo di cronoaging viene “rafforzato” e velocizzato anche da quello di fotoaging.
In sintesi quelli che accade è che i radicali liberi in eccesso, prodotti a causa dell’esposizione al sole, si trovano a danneggiare il DNA delle cellule del tessuto cutaneo, compromettendo in questo modo la struttura del collagene e dell’elastina, le quali conferiscono alla pelle compattezza ed elasticità e tonicità. Nello stesso tempo essi attivano la ialuronidasi, l’enzima che promuove la degradazione dell’acido ialuronico. La conseguenza è che la pelle inizia a perdere la sua naturale capacità di rigenerazione e riparazione, portando alla comparsa di rughe, macchie scure, pelle opaca e rilassata. Le tipiche rughe da fotoaging sono le cosiddette rughe “attiniche” o “da tramatura cutanea”, le quali fanno apparire la pelle come fosse increspata, simile al tessuto di una pergamena.
Come proteggere la bellezza della pelle dal fotoaging
Possiamo proteggere la bellezza della pelle dai danni del fotoaging adottando semplici, ma efficaci misure:
- Proteggere sempre la pelle dal sole con una crema solare con fattore di protezione adatto al proprio fototipo di pelle. Per il viso, anche chi ha la pelle più olivastra e quindi meno tendente alle scottature, dovrebbe utilizzare un SPF di almeno 30. La crema va applicata anche nelle giornate nuvolose, perché gli UVA riescono a penetrare lo stesso!
- Evitare di esporsi al sole nelle ore più calde: i raggi solari sono più intensi tra le 10:00 e le 16:00, per cui in quegli orari meglio leggere un libro all’ombra sotto l’ombrellone;
- Utilizzare cappelli a tesa larga, che proteggono il viso dal sole creando zone d’ombra;
- Bere a sufficienza e mangiare frutta e verdura, per mantenere la pelle idratata anche dall’interno e fare il pieno di antiossidanti naturali, sostanze contenute principalmente nei vegetali e che aiutano a contrastare l’azione dei radicali liberi;
- Per la skin care, utilizzare prodotti cosmetici con vitamina A, C ed E, ad azione nutrienti ed antiossidante. Non dimentichiamo ovviamente la nostra routine di pulizia con detergente, tonico e poi crema. Se curiamo la pelle avremo una texture più liscia ed omogenea, e di conseguenza un’abbronzatura più dorata e uniforme.
L’idrossiapatite di calcio nel migliorare i segni del fotoaging
L’idrossiapatite di calcio è utilizzata in medicina estetica per migliorare i segni del tempo sulla pelle. Parliamo di rughe, lassità cutanee e conseguente perdita della definizione dell’ovale del volto.
I raggi UVA e UVB danneggiano sia le pelli più giovani e sia quelle più adulte, ma mentre le prime sono più elastiche e compatte, le seconde sono meno toniche e presentano già i segni del tempo, quali ad esempio qualche ruga e un inizio di cedimento della cute. Ovviamente non per questo se siamo giovani siamo esonerati dall’utilizzo della crema solare: la pelle va protetta e va curata sempre, altrimenti non faremo altro che favorire il processo di invecchiamento.
I filler a base di idrossiapatite di calcio agiscono stimolando la produzione di collagene nel derma, e andando così a ripristinare le naturali riserve che altrimenti andrebbero perse con l’età. In questo modo la qualità della pelle migliora, guadagnando in termini di compattezza ed elasticità, con un effetto molto naturale. Migliorando la pelle, anche i segni del fotoaging risulteranno molto meno evidenti.
Il Dott. Gianluca Russo sottolinea che “l’idrossiapatite di calcio ha un effetto stimolante, riempitivo e liftante. Può essere usato per il riempimento dei volumi persi a causa dello skin aging, per ottenere un effetto lifting, e per la biostimolazione cutanea, ovvero per stimolare la produzione di collagene ed elastina con conseguente miglioramento della qualità della pelle”.
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